Il 14 marzo si celebra a livello internazionale la giornata mondiale del rene, un momento ad hoc utile a ribadire l’importanza fondamentale dei reni, per sensibilizzare l’opinione pubblica su un insieme di patologie in continuo aumento e che possono condurre, se non prevenute, alla dialisi e al trapianto. L’iniziativa in Italia è promossa dalla Fondazione Italiana del Rene (FIR) in collaborazione con la Società Italiana di Nefrologia e, quest’anno, ha come tema
“Una buona salute dei reni per tutti – Promuovere un accesso equo alle cura di una pratica terapeutica ottimale.”
La giornata ha l’obiettivo di far conoscere le malattie renali, e soprattutto di evidenziare quali sono i corretti stili di vita che ci possono aiutare a prevenire l’insorgenza o rallentare le complicanze della malattia renale cronica.
I malati di reni sono più di 850 milioni di persone nel mondo; sono pazienti che richiedono percorsi di cura coordinati e complessi che risultano particolarmente a rischio in situazioni d’emergenza, quando l’accesso a servizi diagnostici, trattamenti e cure può essere fortemente compromesso.
Adottare comportamenti preventivi, migliorare la consapevolezza dei fattori di rischio e ricevere informazioni aggiornate sulle malattie renali, può migliorare la qualità di vita dei pazienti e di chiunque conviva con malattie croniche che richiedono interventi integrati.
Esistono diversi semplici modi per ridurre il rischio di sviluppare malattie renali:
• mantenersi attivo e in forma;
• controllare i livelli di zucchero nel sangue;
• controllare la pressione sanguigna;
• seguire una dieta sana e bilanciata;
• mantenere un corretto e regolare apporto di liquidi;
• non fumare;
• non assumere farmaci se non su indicazioni del medico;
• mantenere sempre sotto controllo la funzione renale se hai uno o più fattori di rischio.
“I reni sono organi che si ammalano in silenzio - spiega il direttore dell’Unità Operativa Nefrologia e Dialisi dell’Azienda Usl di Imola dottore Mario Renato Rapanà -, senza sintomi di rilievo e questo comporta, molto spesso, un ritardo nella diagnosi, quando la malattia ormai è conclamata ed ha assunto un andamento progressivo. Alcuni semplici esami, come l’esame urine, la determinazione del valore della creatinina, o la misurazione dei valori di pressione arteriosa, già nella fase iniziale di malattia, possono fare sospettare la presenza di una patologia renale. Pressione alta mal controllata e diabete sono i due fattori principali che danneggiano gravemente i nostri reni. La prevenzione della malattia renale cronica è come sempre il miglior modo per curarsi ed è fondamentale sensibilizzare i cittadini sull'importanza di una diagnosi precoce, sul corretto inquadramento e sulle terapie più appropriate per prevenire o rallentare il declino della funzionalità dei reni. Ad Imola la nostra Unità operativa, che conta più di 30 operatori, fra medici, infermieri e operatori socio-sanitari, garantisce un’assistenza a 360 gradi ai pazienti nefropatici, fornendo accesso alle cure sia nelle fasi precoci della malattia renale che negli stadi avanzati, attraverso la sostituzione della funzione renale con le apparecchiature di dialisi più aggiornate e quando possibile un accesso rapido al trapianto renale.”
L’iniziativa
A piazza Matteotti, dalle 9.30 fino alle 13 (il 14 marzo), sarà a disposizione, sotto i portici, uno spazio dedicato a tutti i cittadini che si potranno sottoporre ad uno screening gratuito per la prevenzione delle malattie renali silenti. L’iniziativa nasce grazie alla collaborazione con l’U.O. Nefrologia e Dialisi dell’Azienda Usl di Imola, il personale medico-sanitario dell’Ospedale Sant’Orsola IRCSS e i volontari dell’Associazione Nazionale Trapiantati di Rene (ANTR).
Il sindaco Panieri ha espresso grande soddisfazione: “Come Comune siamo orgogliosi di prendere parte e aderire alla “Giornata Mondiale del Rene” come occasione fondamentale di prevenzione, sensibilizzazione e informazione per la comunità imolese. La nostra forza principale può e deve essere la prevenzione, a tutti i livelli, in particolare per patologie specifiche che sono in aumento. Il nostro tessuto sociale e sanitario, insieme all’AUSL e alle associazioni, può consentirci di fare un lavoro importante ed efficace, per cui invito la cittadinanza a partecipare e a non sottovalutare questo tipo di iniziative."