Da oltre dieci anni, il Consultorio Familiare coordina con dedizione il Tavolo Tecnico di Contrasto al Maltrattamento, impegnandosi quotidianamente in attività di confronto clinico, tecniche e formative per combattere la violenza di genere. Nel 2024, ha organizzato un importante percorso formativo di tre giornate, rivolto a tutti gli operatori che fanno parte della rete di accoglienza e supporto alle donne vittime di maltrattamenti.
Durante il primo incontro, la giudice della Corte di Cassazione e Consulente Giuridica della Commissione Parlamentare sul Femminicidio, dottoressa Paola Di Nicola Travaglini, ha dato il via al seminario con una dichiarazione potente: “La violenza contro le donne è un fenomeno criminale e culturale, paragonabile alla mafia.” Ha inoltre sottolineato: “La mafia ha meno di 200 anni, ma la violenza maschile contro le donne ha una storia che si estende per oltre 4000 anni.”
La giudice ha poi focalizzato l'attenzione sulla professionalità e la formazione degli operatori socio-sanitari, sottolineando l'importanza di essere competenti nel trattare con le vittime di violenza: “Non lasciatevi mai dire che siete sensibili, perché non lo siete: chi si occupa di violenza deve essere competente.” Ha aggiunto: “Ogni femminicidio avviene perché un pezzo della filiera non ha capito, non era competente, non aveva la formazione, ha ridimensionato e non ha creduto a quella donna...una donna che denuncia violenza si troverà di fronte a persone vittime di pregiudizi”.
Le attività quotidiane del Consultorio Familiare dimostrano che il motivo principale per cui molte donne non denunciano la violenza subita è la paura, non la debolezza o la fragilità. I maltrattamenti, infatti, spesso durano anni e i percorsi di supporto sono particolarmente delicati e complessi.
È essenziale enfatizzare l'importanza della preparazione degli operatori su questo tema, per evitare il rischio di colpevolizzare ulteriormente le vittime. La vittimizzazione secondaria, che avviene in modo automatico e inconsapevole, riguarda le donne che denunciano violenze e le fa sentire responsabili per la violenza subita, anziché ricevere il sostegno necessario. Questo fenomeno è presente in tutte le istituzioni, senza esclusione, ed è espressamente vietato dalle convenzioni internazionali sulla violenza contro le donne.
La formazione degli operatori è un elemento cruciale per garantire che tutti i professionisti coinvolti acquisiscano le competenze necessarie per affrontare un fenomeno così complesso, agendo non solo in base all’emotività, ma con una preparazione specialistica adeguata.
Con impegno e competenza, il Consultorio Familiare continuerà a lavorare per un futuro senza violenza di genere.