Il direttore generale Andrea Rossi ha premesso come nel corso dell’ultimo decennio siano state rinnovate le direzioni di tutti e 3 i dipartimenti ospedalieri (Emergenza-urgenza: Igor Bacchilega; Medico: Stefano Pasquali; Chirurgico: Michele Masetti) e di 15 primari su 18: Anestesia e Rianimazione (Igor Bacchilega), Cardiologia (Paolo Ortolani), Pronto Soccorso e Medicina di Urgenza (Rodolfo Ferrari), Antonio Maestri (Oncologia Interaziendale metropolitana); Stefano Pasquali (Medicina interna); Nefrologia e Dialisi (Renato Rapanà), Medicina Riabilitativa (Donatella Brillanti Ventura), Geriatria ospedaliera e territoriale (Massimo Menetti), Ortopedia (Carlo Impallomeni), Chirurgia Generale (Michele Masetti), Ostetricia e Ginecologia (Stefano Tamburro), Urologia (Marco Garofalo) e, oggi, Otorinolaringoiatria, Anatomia Patologica e Breast Unit interaziendale.
Restano solo 3 le Unità Operative complesse ospedaliere rette a tutt’oggi da un facente funzioni: Pediatria (Paolo Bottau), Oculistica (Rocco De Fazio) e Gastroenterologia (Pietro Fusaroli), ed auspicabilmente in tutti e tre i casi il 2025 sarà l’anno in cui si procederà alla strutturazione definitiva.
L’Ospedale di Imola si è profondamente modificato, non solo per i professionisti, ma anche per l’innovazione tecnologica strumentale, informativa ed organizzativa, che lo ha reso più flessibile, ed ha rafforzato ed ampliato la rete, con gli ospedali limitrofi, da un lato, e con il territorio di riferimento, dall’altro.
Come precisato dal direttore sanitario Andrea Neri, il disegno organizzativo generale dell’Ospedale, vede un DEA che si caratterizza per lo sviluppo dell’alta intensità di cura e per il rafforzamento delle interfacce interne ed esterne (ad esempio Villa Maria Cecilia H.) per le patologie tempo-dipendenti, che presentano indicatori di performance al massimo livello nazionale, e che a breve disporrà di 4 posti letto ad alta intensità di cura in Medicina di Urgenza, già predisposti dal punto di vista strutturale e tecnologico e per cui si stanno acquisendo le necessarie risorse di personale.
Il Dipartimento Chirurgico ha sviluppato la chirurgia mininvasiva, raggiungendo e superando gli obiettivi sfidanti che ci si era posti con l’introduzione del robot chirurgico. Negli ultimi anni si è ottenuto un grande miglioramento delle performance chirurgiche, con una significativa riduzione dei tempi di attesa per interventi programmati, minor durata dei ricoveri, rafforzata collaborazione ed integrazione con il territorio e considerevole aumento dell’autosufficienza (riduzione di mobilità passiva).
In particolare gli ultimi mesi del 2024 sono stati caratterizzati dal riassetto del Dipartimento Medico, sia dal punto di vista logistico che della qualificazione delle attività specialistiche. Dall’ottobre scorso, l’intero terzo piano dell’Ospedale di Imola ospita la Medicina Interna (60 posti letto), guidata dal dottor Stefano Pasquali, che ha al suo interno anche la struttura semplice dedicata allo stroke (stroke unit) e all’area polispecialistica, presto affidate a responsabili clinici dedicati, a maggior garanzia della continuità dei percorsi.
Al sesto piano è invece stato collocato il reparto di Geriatria Ospedaliera e territoriale diretto dal dottor Massimo Menetti, che ha riassorbito due settori della cessata Medicina A, per un totale di 61 posti letto, comprensivi dell’Ortogeriatria.
Invariata la logistica della Lungodegenza post Acuti, che accoglie i pazienti ricoverati nei reparti per acuti medici e chirurgici superata la fase acuta e con esigenze ditrattamento internistico post acuto e riabilitativo, situata al quinto piano del nosocomio con 24 posti letto, che si rafforza dal punto di vista organizzativo, con l’affidamento della gestione della struttura semplice ad un responsabile medico univoco, differentemente dal passato in cui erano gli internisti che avevano in cura il paziente in fase acuta a seguire la loro evoluzione dopo il ricovero nell’area post acuti.
Al piano quarto, complanari alle degenze chirurgiche (Chirurgia e Urologia), sono stati collocati i posti letto dedicati alle UOC mediche specialistiche: Oncologia (6 pl), Gastroenterologia (6 pl); Nefrologia e Dialisi (3 pl).
La struttura organizzativa del dipartimento Medico è stata pertanto riordinata e qualificata nelle sue componenti specialistiche: dalla stroke unit all’angiologia, dalla creazione della struttura di diabetologia ed endocrinologia a quella di pneumologia, dal rafforzamento della reumatologia all’integrazione con Università ed AOSP di Bologna per garantire ad Imola anche specialistiche prima non presenti, quali l’infettivologia e l’ematologia.
Contestualmente, come precisato dalla direttrice assistenziale Sabrina Gabrielli, si è appena conclusa la completa riorganizzazione della direzione assistenziale, che coinvolge tutte le figure professionali sanitarie non mediche, con il conferimento di nuovi incarichi definiti in piena coerenza con il disegno organizzativo appena esposto.
Il Sindaco Marco Panieri si è unito alla presentazione dei nuovi professionisti, complimentandosi con gli interessati e augurandogli buon lavoro a nome della Città di Imola. Si conferma, come dimostrato anche da questi nuovi ingressi, il lavoro per il rafforzamento dell'AUSL di Imola nella sua autonomia e in rete con l'area metropolitana.
Il dottor Daniele Perano, dal 16 gennaio 2025 in servizio ad Imola in qualità di direttore del reparto ORL del S. Maria della Scaletta, nasce a Ivrea (Torino), nel 1965 e vanta un curriculum frutto di un percorso formativo e professionale di ottimo livello. La sua formazione accademica ha solide radici nell' Università di Pavia, dove ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1990, discutendo una tesi sui "Fattori prognostici dei tumori glottici". A questa, si aggiungono due specializzazioni, a testimonianza della sua profonda dedizione all'approfondimento e al perfezionamento delle competenze: Otorinolaringoiatria (1994) e Audiologia (1999).
Il suo percorso professionale inizia nel 1992, anno in cui inizia a lavorare come Medico convenzionato, prestando servizio presso diverse strutture ospedaliere, tra cui l' Ospedale di Sondrio e l' Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.
La sua brillante carriera ospedaliera lo ha visto assumere incarichi di crescente responsabilità, culminati nel ruolo di Dirigente Medico all'Ospedale di Sondrio e quindi all'Ospedale di Reggio Emilia. Dal 2010 ha ricoperto l'incarico di Responsabile della Struttura Semplice di “Chirurgia endoscopica dei seni paranasali e della rinobase” presso l'Ospedale di Reggio Emilia. Nella sua carriera, dal 1.4.1999, ha eseguito oltre 6500 interventi chirurgici, di cui 5550 come primo operatore.
Costantemente impegnato nell'aggiornamento professionale, il dott. Perano ha partecipato a numerosi corsi, congressi e seminari in Italia e all'estero. La sua produzione scientifica conta più di 30 pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali, a riprova del suo costante impegno nella ricerca e del suo contributo significativo all'avanzamento della disciplina.
Il nuovo direttore ORL avrà il compito sviluppare l’ampio ventaglio di attività chirurgiche afferenti a questa disciplina, con una attenzione particolare alla terapia e alla chirurgia delle apnee ostruttive, alla gestione multidisciplinare della patologia benigna e maligna della tiroide nonché delle problematiche inerenti alle vie lacrimali, alla chirurgia mininvasiva trans-orale che può beneficiare dell’utilizzo della robotica, all’otochirurgia che si è sviluppata in questi anni grazie alla collaborazione con l’AOSP di Bologna, i cui professionisti operano regolarmente ad Imola insieme ai professionisti aziendali in formazione.
La dottoressa Adele Fornelli nasce a Cittadella (PD) nel 1969 ed è una brillante professionista nel campo dell'anatomia patologica. Il suo percorso inizia con la laurea in Medicina e Chirurgia conseguita il 20 Ottobre 1994 presso l'Università di Bologna, si arricchisce con la specializzazione in Anatomia Patologica, ottenuta il 18 Novembre 1998 presso la stessa Università con una tesi dal titolo: "Oligodendrogliomi. Studio anatomo-clinico".
La sua volontà di confrontarsi con realtà internazionali la portano ad approfondire le sue competenze come Visiting Consultant presso la prestigiosa divisione di Cellular Pathology dell'Hammersmith Hospital, Imperial College di London, nell'Aprile 2010.
La dottoressa Fornelli ha iniziato la sua carriera come borsista presso l'Anatomia Patologica dell'Ospedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia, nel periodo 10 dicembre 1998 al 31 marzo 1999. Dal 13 aprile 1999 ricopre il ruolo di Dirigente Medico di I° livello presso l'UOC Anatomia Patologica dell'Ospedale Maggiore di Bologna.
Dimostra una profonda competenza nella diagnostica cito-istologica ed estemporanea, con un particolare interesse per l'ambito gastro-intestinale. La sua dedizione al lavoro e la sua propensione all'innovazione l'hanno portata ad assumere incarichi di responsabilità all'interno dell'ospedale. Tra questi, spicca il coordinamento del gruppo multidisciplinare per l'interazione tra l'ambulatorio di eco-endoscopia digestiva e il laboratorio, a dimostrazione della sua visione collaborativa e interdisciplinare. Collabora con la Società Europea di GastroEnterologia (ESGE) alla compilazione delle linee guida riguardanti le tecniche dei prelievi in eco-endoscopia,.
La dr.ssa Fornelli, prenderà servizio ad inizio del prossimo mese di febbraio, è la nuova direttrice dell’unità Operativa complessa di Anatomia Patologica dell’Ausl di Imola, che fa parte del Dipartimento interaziendale ad attività integrata di Anatomia Patologica di AOSP e AUSL di Bologna ed Imola, guidato dalla dr.ssa Antonietta D'Errico. Una organizzazione innovativa, che permette una specializzazione delle diverse unità operative che la compongono e che in modo integrato operano. In questo schema organizzativo l’Azienda USL di Imola ha sviluppato la propria competenza specializzata nel campo della diagnostica citopatologica. L’auspicio per il futuro è lo sviluppo ed il potenziamento della digitalizzazione che garantirà la massima velocizzazione e l’avanzamento della condivisione.
Prosegue l’accordo con l’Università di Bologna e l’IRCCS-Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna Policlinico di Sant’Orsola attivo dal 2020 e rinnovato fino al 2027, che in questi anni ha garantito la conduzione in forma interaziendale e unificata delle attività di chirurgia senologica, ponendo in valore la condivisione di conoscenze, competenze, tecnologie, interscambio e connessione tra professionisti, anche attraverso un efficiente utilizzo delle risorse umane e degli spazi già dedicati alla relativa attività delle due Aziende.
La direzione a valenza universitaria della Chirurgia senologica interaziendale, di cui è parte la Breast Unit dell’Ausl di Imola, è stata recentemente affidata al Prof. Marco Bernini, classe 1977, che inizia la sua formazione all’Università di Firenze. Consegue poi un Master in Chirurgia Generale presso lo University of Washington Medical Center di Seattle (USA) e frequenta la Scuola di Specializzazione in Chirurgia all’Università di Verona. Successivamente è tornato presso la Scuola di Chirurgia Generale dell’Università di Firenze.
Dopo una breve esperienza come ricercatore anche nel Regno Unito, ha conseguito il Dottorato di ricerca sempre presso l’Universita’ di Firenze ed ha quindi lavorato per 14 anni presso la Chirurgia della Mammella nella Breast Unit dell’AOU-Careggi. Arriva all’IRCCS dopo una breve esperienza come professore associato di Chirurgia generale all’Università di Modena e Reggio Emilia.
Nella sua carriera ha eseguito oltre 3700 interventi chirurgici , prodotto oltre 100 pubblicazioni, 4 capitoli di libro e vinto premi scientifici internazionali. Ha partecipato a prestigiosi progetti di ricerca internazionali e partecipa tuttora a progetti di ricerca in ambito oncologico, biologico traslazionale ed in ambito oncoplastico per lo sviluppo di materiali e tecniche innovative nella cura delle patologie della mammella.
“Ho accettato questo importante incarico con entusiasmo e responsabilità – commenta il prof. Bernini – il Sant’Orsola e la sua Breast Unit hanno un posizionamento di altissima specializzazione ed eccellenza in ambito di chirurgia della mammella, guidare questa struttura per me sarà motivo di grande orgoglio e impegno”.
La Chirurgia senologica dell’IRCCS, infatti, esegue ogni anno oltre 400 interventi chirurgici per primi casi oncologici della mammella al Sant’Orsola di Bologna e circa 150 primi casi oncologici nell’ospedale di Imola, oltre 50 interventi circa per patologie benigne, eseguendo oltre 1200 prestazioni ambulatoriali. Nel tempo si è ritagliata un ruolo internazionale grazie alla guida del prof. Mario Taffurelli, sia in ambito clinico e chirurgico che di ricerca. Ha ottenuto, tra le altre cose, da EUSOMA (Europea Society of Breast Cancer Specialists) la certificazione europea di Senologia ed è stata la prima struttura in Emilia-Romagna ad ottenere la European Cancer Certification.
L’obiettivo adesso è mantenere quanto fatto finora ed il posizionamento d’eccellenza ma anche rivolgere uno sguardo al futuro: “Credo moltissimo che con i nuovi protocolli e le nuove cure si possa ridurre al minimo l’impatto mutilante della chirurgia ed i suoi effetti indelebili, sia in termini funzionali che anche in termini cosmetici. Coniugo infatti alla chirurgia oncologica, quando necessario, quella che si definisce chirurgia oncoplastica – spiega Bernini - Oggi le donne che si ammalano di tumore al seno sopravvivono in quasi il 90% dei casi. Questo significa che quando arrivano da me con una diagnosi io penso anzitutto a come salvare loro la vita ma subito dopo a come offrire la migliore qualità di vita possibile dopo il percorso di cura. Questo si traduce nell’applicazione di accessi chirurgici mini-invasivi, di protocolli di “de-escalation” chirurgica volta per esempio a ridurre all’ indispensabile la rimozione dei linfonodi ascellari, nell’attenzione alla simmetrizzazione della mammella sana controlaterale, laddove necessario, ed infine nello sviluppo, soprattutto grazie all’attività di ricerca, di nuove tecniche e di materiali di ultima generazione per la ricostruzione delle pazienti in cui sia necessaria una mastectomia. L’obiettivo è che tutte le pazienti possano riconoscersi al meglio nel proprio corpo dopo l’intervento per il resto della loro vita”.
Ma non finisce qui: “Un altro ambito di estremo interesse per me riguarda la stretta collaborazione con gli oncologi ed i radioterapisti per una medicina sempre più personalizzata, per lo studio genetico delle masse tumorali e lo sviluppo di terapie sempre più mirate e, soprattutto, a basso impatto per le pazienti. Possiamo dire che curare questa patologia oggi significa avere presente il suo impatto sociale e psicologico tanto quanto quello clinico. Possiamo prenderci cura di tutti questi aspetti contemporaneamente facendo affidamento sulle migliori tecnologie, esperienze e competenze e lo facciamo in una struttura fortemente all’avanguardia”.